Il secolo XI

Nel secolo XI inizia la produzione scientifica della Scuola; qualche testimonianza precedente la si rinviene in codici cassinesi (secoli IX-X-XI), che sono delle miscellanee di opere desunte dalla tradizione classica e tardoantica, sia latina sia greca. Queste summe medicalis  sono composte in maniera compilativa, per lo più anonima, e  riguardano sia la patologia che la terapia.

La medicina dei maestri salernitani del XI secolo è basata essenzialmente sulle teorie umorali ippocratico-galeniche, le quali considerano la malattia come uno squilibrio operatosi all'interno del corpo umano tra i quattro umori in esso presenti: sangue, bile, flemma (secrezione delle fosse nasali proveniente dal cervello) e atrabile o bile nera.

Il più antico scrittore che meriti menzione è Garioponto (morto intorno al 1056), autore del Passionarius, opera che riassume le dottrine di Ippocrate e Galeno.

In questo secolo sembra essere presente, presso la scuola, la prima donna medico: Trotula De Ruggiero. A lei è attribuito lo scritto De mulierum passionibus ante e post partum, il cui argomento sono le affezioni della donna, la gravidanza, il parto ed il puerperio con consigli per il neonato. L'ultima parte è un piccolo trattato sulla cosmesi con tanto di ricette, a base di erbe, per preservare la salute del corpo e la bellezza.  Più volte gli studiosi hanno messo in dubbio che Trotula sia mai esistita.

Un altro scrittore attivo in questo periodo é Petrocellus a cui viene attribuita la Practica. Tale manoscritto in realtà sembrerebbe esemplato su di un trattato alessandrino-romano,  a sua volta desunto da un originale greco.

Alfano I, uomo dall'ingegno multiforme medico, poeta ed architetto, abate di San Benedetto, poi arcivescovo della città, scrive il De pulsibus ed il De Quattor umoribus. 

In questo periodo giungerà a Salerno un medico cartaginese, Costantino l'Africano, la sua sapienza e le sue conoscenze apriranno un nuovo corso nella Scuola, contribuendo a farle raggiungere il suo massimo splendore.

Nel corso del XI secolo sono membri della Scuola, importanti personalità come Cofone il vecchio, autore del De arte medendi e Giovanni Plateario il vecchio, entrambi capostipiti di dinastie di medici. Le opere di maggiore importanza del maestro Plateario sono la Practica brevis, in cui manifeste sono le origini sperimentali, e il De aegritudine curatione. 

Le opere di notevole importanza, di produzione salernitana, sono l'Alphita, dalla prima parola greca del testo: alphiton (farina), si tratta di un piccolo glossario in cui sono enumerate le droghe maggiormente utilizzate a Salerno; l'Antidotarius magnus seu universalis di autore ignoto ed il Regimen sanitatis salernitanus, opera collettiva, che la tradizione vuole essere stata scritta per Roberto di Normandia e rielaborata, in seguito, da Arnaldo da Villanova.

Il secolo XI, che coincide con il momento d'oro della Scuola, vedrà a Salerno la presenza di due grandi personalità che segneranno profondamente le vicende dell'istituzione: l'arcivescovo Alfano I e Costantino l'Africano.