San Benedetto

Antica abbazia, testimoniata a partire dall'868, ricostruita nel IX secolo, che, insieme a quella di Cava della SS. Trinità, contribuì alla realizzazione nell'Italia meridionale del rinnovamento religioso di cui erano promotori Desiderio di Montecassino e Alfano, medico e poeta, eletto abate di San Benedetto nel 1057, divenuto l'anno successivo arcivescovo di Salerno. Egli anticipò, con l'ampliamento della chiesa annessa all'abbazia, il rinnovamento edilizio che la città conobbe in epoca normanna con la costruzione di Castelterracena e del Duomo.

Nel XVI secolo il monastero fu affidato ai Benedettini Olivetani che lo mantennero fino alla sua soppressione nel 1807. L'abbazia dovette esercitare un ruolo centrale anche nell'evoluzione della Scuola Medica Salernitana, nel suo scriptorium - per quanto non siano finora pervenute testimonianze dirette, al di là dell'analisi stilistica di alcuni testi - venivano probabilmente trascritti i testi medici e si ipotizza che sia stata anche la sede in cui è stato elaborato il Chronicon Salernitanum.

La chiesa fu costruita su modello romano a pianta   basilicale, divisa in tre navate da due file di colonne e pilastri. Al di sopra corre un ordine di monofore con cornice di tufo policromo. Tracce di arcate in tufo e laterizio e di un grande arco testimoniano il tentativo, non realizzato, di ampliare l'edificio trasformandolo a croce latina orientata verso est.

L'ingresso della chiesa era originariamente preceduto da un quadriportico, distrutto quando fu creata la via San Benedetto. Di esso si scorge ancora parte del lato meridionale all'interno del Museo Provinciale e parte di quello orientale dinnanzi all'ingresso.

 

Monastero e Chiesa di San Benedetto

 

San BenedettoParticolare