Museo Diocesano

II Museo Diocesano è il più importante contenitore di opere d'arte di Salerno.  La sua sede è il Seminario Diocesano, fondato dall'arcivescovo Gaspare Cervantes nel....

L'edificio ha subito nel tempo molte trasformazioni già a partire dal 1570.

Tra le opere medievali conservate nel museo di partcicolare pregio sono:

  • gli avori medievali
  • l'exultet

Gli avori medievali

Il ciclo salernitano costituisce la più vasta e completa raccolta di tavolette d'avorio del Medioevo cristiano esistente al mondo. E, quindi, rappresenta anche la più importante opera d'arte della città di Salerno.

Esso risulta composto di ben 69 formelle, di cui 37 illustrate con scene raffiguranti episodi del Vecchio Testamento e del Nuovo Testamento. Ogni tavoletta figurata, in genere, contiene due scene tranne alcune che ne contengono una sola e qualche altra che ne contiene tre.

Della raccolta mancano notizie nei secoli medievali. Il primo cenno risale al 1510, mentre solo al 1575 risale il primo elenco.

L'enorme numero di illustrazioni indica l'esistenza di un programma teologico che non può essere semplicisticamente ricondotto ad una volontà narrativa, ad una specie di Bibbia pauperum.

Il dibattito fra gli studiosi è stato molto ampio ed approfondito con una cronologia oscillante fra fine XI secolo e primi decenni del XII.

La destinazione dell'opera ha aperto un dibattito non meno interessante. Sono state formulate varie ipotesi, dalla cattedra vescovile al dossale d'altare, alla sedes sine sedente, alla capsa reliquiario, alla porta eburnea. Lo studio della forma della materia, l'individuazione del programma teologico con la corretta successione delle immagini hanno consentito di definire un'organica ipotesi di ricostruzione di un paliotto medievale.

L'exultet

L'exultet è un rotolo in pergamena, composto da 11 fogli illustrati con miniature, che veniva usato durante la liturgia del Sabato Santo con la veglia pasquale e la benedizione del cero. In effetti, Exulter è la prima parola del paeconium paschale (annunzio della Pasqua), il canto della veglia.

Esso, anche se raro, si inserisce in un contesto culturale dell'Italia meridionale, dove sono stati prodotti, soprattutto in area longobardo-cassinese, dalla fine del X fino al XIV secolo, gran parte degli exultet conosciuti.

 La sua origine è, probabilmente, da ricercare nel rito greco-orientale, dove ampia era la diffusione di rotoli liturgici, anche se non pertinenti alla veglia pasquale.