Scuola

La tradizione vuole che i fondatori della Scuola Medica Salernitana siano stati un latino di nome Salernus, un greco di nome Pontus, un arabo di nome Adela ed un ebreo di nome Helinus. Una leggenda, forse, ma che rispecchia comunque la grande apertura che la Scuola, sorta in ambiente culturale latino, ha avuto verso le conoscenze provenienti da altri popoli.

L'istituzione, documentata già nelle Cronache del X secolo, raggiunge l'apice della fama nel XI secolo. Il primo medico di cui si conosca uno scritto è Garioponto. Novità assoluta per l'epoca è che, nella Scuola salernitana, le donne potevano studiare ed praticare la professione di medico.

Nel corso del XI secolo sono attivi presso la Scuola: Trotula de Ruggiero, Alfano I, Costantino l'Africano. Quest'ultimo ebbe il merito di far conoscere, in Occidente,  la scienza e la medicina araba. Nel XII secolo la produzione scientifica aumenta, in questo periodo sono attivi a Salerno: Cofone il Giovane, il maestro Mauro e Matteo Plateario.

Lo scritto più importante è il Regimen Sanitatis Salernitanum, opera collettiva, rielaborata, da Arnaldo da Villanova.

Matteo Silvatico può essere considerata l'ultima grande personalità della Scuola. Nei secoli a seguire poche figure si distingueranno dalla pletora di medici che affolleranno l'istituzione.

Il decreto emanato da Gioacchino Murat nel 1811, riconoscendo valide solo le lauree rilasciate dall'Università di Napoli, determinò la chiusura della Scuola di Salerno (Titolo V Università di Napoli - art.22: "L'Università degli studi continuerà a rimanere in Napoli, a essa si apparterrà solamente la Collazione de' gradi accademici").