Collegio medico
A partire dal secolo XIV la Scuola salernitana, entra in una lunga fase di decadimento. La storia della scuola si identifica infatti con quella della città, che dal Quattrocento perde il ruolo centrale negli scambi culturali ed economici. L'asse del sapere si è spostato altrove, maggiore importanza assumono centri come Bologna e Parigi, Reims, Montpellier, Chartes.
Dalla seconda metà del Quattrocento assume veste giuridica la societas medicorum che affonda le sue origini nel lontano secolo XI. Si vengono a definire due distinte strutture, la Scuola, in cui si tengono lezioni di medicina, di teologia, filosofia, diritto e arti liberali e il Collegio, presieduto da un Priore, struttura corporativa di medici, istituita nel 1442 da Alfonso d'Aragona, con la facoltà di conferire lauree in medicina e filosofia senza la ratifica regia.
A parte una felice parentesi agli inizi del secolo XVI, durante il principato di Ferrante Sanseverino che si circondò di un vivace gruppo di intellettuali, medici, filosofi, letterati, giuristi - tra i quali Agostino Nifo, Francesco Storella, tra il Seicento e il Settecento il Collegio si riduce sempre di più ad una vuota struttura di potere che sopravvive, in una fastosa quanto vuota routine, fin quando Gioacchino Murat nel decreto di riorganizzazione della pubblica istruzione del Regno, emanato nel dicembre 1811, concede soltanto all'Università di Napoli la facoltà di rilasciare lauree.