Diagnostica
Non omnem infirmum uniter visites, sed si integre audire vis disce. Mox quo ingredierris ad infirmum interroga eum si quid forsitan dolet ... postea tenes ei pulsum, et vides si febrit an non. Si enim aliquid ei dolet, inveniens ei pulsus ad tantum qui dicitur fluidus atque citatus: et requiere ab eo si cum frigore ei ipse dolor veniet ... et si legitime ventrem facit aut urinam: et inspicis utrasque partes et vide si periculum forsitan sit illi, si tamen acuta fuerit infirmitas (Anonymi Salernitani, De adventu medici ad aegrotum, quomodo visitare debes infirmum).
L'esordio dell'opera anonima, De adventu medici ad aegrotum, presenta la tecnica ed il modo di diagnosticare una malattia, utilizzati dai medici salernitani nella seconda metà dell'XI secolo. L'Anonimo scrittore salernitano distingue in maniera chiara le diverse fasi dell'anamnesi, tra cui spiccano l'esame dei polsi e dell'urina.
Esame dei polsi
L'analisi del polso rivela l'età, il temperamento e la salute del malato, dipende dall'intensità della forza vitale e può pulsare in modo differente.
Se è secco e preciso come un colpo dall'interno, si definisce martellino; se è irregolare come una capra che salta, si definisce caprino; se è oscillante e variabile come i rami di un albero, si chiama ramoso; ondoso se fluttua come il mare. Se il braccio sembra vibrare ed il sangue scorrere in mille rivoli, si dice formicolare; se le contrazioni somigliano a strappi, si chiama spastico; vermicolare se è sinuoso ed impercettibile; tisico se è improvviso come un colpo di tosse; serrino se è lento e ondulato come il ritmo della sega.
La medicina antica aveva esplorato i moti del cuore e delle arterie, descrivendo con lucidità le diverse manifestazioni delle contrazioni cardiache. A tale riguardo Alfano I riprende le teorie di Galeno, secondo il quale il medico doveva misurare la qualità, la consistenza e la durata delle pulsazioni. Lo stesso Alfano comparava l'azione del cuore a quella dei mantici usati dai fabbri; mentre il Maestro Mauro ribadiva che il polso è una proprietà tutta dipendente dal cuore e non da un'azione combinata di cuore e arterie.
Esame dell'urina
Nella Scuola salernitana grande importanza ricopriva l'esame delle urine. Già in età ippocratica l'uroscopia aveva acquisto un valore semiologico: nessuna diagnosi veniva effettuata prescindo dall'urina.Se ne osservavano il colore, la quantità, la consistenza e i sedimenti, se ne assaggiavano alcune gocce e se ne valutava con il tatto la densità mentre con l'olfatto se ne percepiva l'odore.
In tutta la trattatistica salernitana si trova un costante riferimento a tale pratica, ma sono Mauro, Ursone di Calabria ed Egidio di Corbeil gli autori più significativi di testi specifici su quest'argomento, rivelatisi basilari e largamente diffusi.
Nel De Urinis Mauro dà tutte le indicazioni per un corretto esame uroscopico: oltre al colore del sedimento, osservava anche le quattro sezioni di urina corrispondenti alle parti del corpo umano. La corona era in relazione con i membra animata, tra cui il cervello; la superficie faceva riferimento ai membra spiritualia, tra cui cuore e polmoni; la sezione della sostanza ai membra nutritionis, tra cui il fegato; il fondo agli organi inferiori, tra cui i reni.
Conoscitore e diffusore della pratica uroscopia salernitana in Europa fu il francese Egidio di Corbeil, autore del De Urinis. Nel poema vengono enumerati ben venti tipi di colori per l'urina, essi in relazione con malattie differenti. Il rosso è sintomo di malattia al fegato, il verde di problemi di ittero ecc.